Il Turismo post-Covid

Enoturismo, enologia e aziende agricole in Italia


Articolo di Chiara Ulian

 

Come cambia il turismo nell’epoca post Covid-19?

 

Nel 2020 i turisti italiani hanno scelto l’Italia come destinazione primaria, obbligati dalle rigide restrizioni imposte ai viaggi internazionali: questo ha offerto loro l’opportunità di riscoprire le eccellenze uniche del nostro territorio.

È ritornata la gita fuori porta, come negli anni Sessanta, alla riscoperta di un turismo lento, rurale ma non per questo meno entusiasmante e affascinante.  È tornata anche la riscoperta di cittadine medievali, della campagna e delle colline fuori città per riaccendere i sapori e apprezzare i territori prima dimenticati e, talvolta, poco valorizzati.

Ecco che il turista inizia a ricercare vere e proprie esperienze, soprattutto enogastronomiche, divenendo così protagonista attivo, pronto ad arricchirsi di nuove conoscenze; il tutto è all’insegna del buon cibo, del relax, del benessere e della sostenibilità, tema sempre più centrale

In questo concept rinnovato di vacanza e di esperienza, l’enogastronomia diventa il punto focale per la ripartenza economica, poiché anche il turista che va al mare o in montagna non si accontenta più della vita da spiaggia o della passeggiata, ma desidera arricchire i propri giorni o la gita fuori porta abbinando una degustazione di eccellenze locali, ricercando prodotti particolari e tipici del territorio.

Il vinol’azienda vitivinicola, il formaggio e il caseificio o i prodotti di un’azienda agricola diventano un connubio fondamentale per la ripartenza di un turismo enogastronomico che ricerca un prodotto genuino e sano, a km zero, vicino a casa, che dona la possibilità di fare esperienze all’aria aperta, per degustare le eccellenze d’Italia, valorizzandone il territorio.

Rispetto al passato, oggi le aziende agricole o vitivinicole hanno l’opportunità di cogliere questa disposizione favorevole da parte dei visitatori che si traducono in turisti proattivi, pronti a provare nuove esperienze sensoriali all’aperto e a contatto con la natura. Si rivela necessario, dunque, anche un’apertura delle aziende stesse per accogliere una clientela sempre più diversificata, esigente, ma rispettosa dell’ambiente e desiderosa di provare nuove sensazioni.

Le esperienze, infatti, sono partecipative e non passive, come la partecipazione alla vendemmia o alla raccolta delle verdure, passando per le semine o le potature; anche assaporare un picnic tra le vigne, condividere emozioni positive in una cena romantica o tra amici, immersi nella natura e in completa sicurezza.

Oltre alla forma del turismo, che ha visto aumentare la sua connotazione partecipativa e sensoriale, è mutata anche la temporalità: infatti, questo nuovo tipo di turismo è attivo tutto l’anno, perdendo l’idea di stagionalità, evidente nel periodo pre-Covid. A differenza del passato, le persone sono disposte a fare una degustazione o una cena all’aperto anche in inverno, pur di avere la garanzia di sicurezza.

«I nostri clienti chiedono sempre di più la possibilità di fare tour esperienziali.» –  racconta Chiara Ulian, fondatrice di MyVeniceTravelGuide, agenzia specializzata in tour enogastronomici tailormade ed eventi aziendali – «il loro desiderio è stare a contatto con la natura e con il territorio, alla scoperta della storia e delle tradizioni dell’azienda vitivinicola o agricola. L’incontro con il produttore che racconta la storia dell’azienda e della famiglia rappresenta un valore aggiunto che, oltre alla degustazione dei vini e prodotti tipici, porta l’esperienza a un livello superiore, completo e unico nel suo genere, creando momenti ricchi di emozioni e potendo acquistare prodotti a km zero per una dieta più sana e ritrovare il benessere».