Il nuovo Codice Appalti Pubblici 2023: ecco le novità

nuovo codice appalti pubblici 2023

Secondo quanto previsto dal governo, il nuovo Codice Appalti è stato approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri e dall’1 Aprile 2023 è prevista la sua entrata in vigore.

Scopriamo allora quali sono le novità introdotte e i principi su cui si basa.

I principi cardine della riforma

I punti fondanti della riforma sono due e possono essere definiti come principi cardine; vengono stabiliti nei primi due articoli e possono essere enunciati in questo modo:

  • il “principio del risultato, inteso come l’interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza;
  • il “principio della fiducianell’azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.

 

L’abrogazione del Codice precedente: cosa cambia?

Un altro passaggio fondamentale sarà quello che prevede dal 1° luglio 2023 l’abrogazione del Codice precedente (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50) e l’applicazione delle nuove norme anche a tutti i procedimenti già in corso.

Quali sono le principali novità del nuovo Codice degli Appalti?

  1. Innanzitutto, per i lavori sarà reintrodotta la possibilità dell’appalto integrato senza i divieti previsti dal vecchio Codice. Il contratto potrà quindi avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Sono esclusi gli appalti per opere di manutenzione ordinaria;
  2. Viene reintrodotta la figura del “general contractor”, cancellata con il vecchio Codice;
  3. Verranno adottate stabilmente le soglie previste per l’affidamento diretto e per le procedure negoziate nel cosiddetto decreto “semplificazioni COVID-19” (decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76). Sono previste eccezioni, con applicazione delle procedure ordinarie previste per il sopra-soglia, per l’affidamento dei contratti che presentino interesse transfrontaliero certo. Si stabilisce il principio di rotazione secondo cui, in caso di procedura negoziata, è vietato procedere direttamente all’assegnazione di un appalto nei confronti del contraente uscente;
  4. Si semplificherà il quadro normativo, per rendere più agevole la partecipazione degli investitori istituzionali alle gare per l’affidamento di progetti di partenariato pubblico-privato (PPP). Il tutto, prevedendo ulteriori garanzie a favore dei finanziatori dei contratti e confermando il diritto di prelazione per il promotore;
  5. Un’ultima novità riguarda l’introduzione del cosiddetto subappalto a cascata, adeguandolo alla normativa e alla giurisprudenza europea attraverso la previsione di criteri di valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante, da esercitarsi caso per caso.

Possiamo, quindi, affermare che l’intento di utilizzare i principi come via d’uscita dal guado di negatività, dai formalismi e dalle ritrosie ad innovare nei quali si trovano ora i contratti pubblici è reso evidente dall’art. 4 , norma di grande intelligenza in una lettura tecnica, che chiarisce il fatto che «le disposizioni del codice si interpretano e si applicano in base ai principi di cui agli articoli 1, 2 e 3.»: ciò significa che tutto l’articolato deve essere letto in chiave finalistica, con l’intento di realizzare il principio del risultato (art. 1), il principio della fiducia (art. 2) e il principio dell’accesso al mercato (art. 3).

 

Digitalizzazione: che ruolo ha nelle innovazioni introdotte?

Il nuovo Codice dei Contratti ha fatto un salto di classe sul tema della digitalizzazione, che diviene il driver per modernizzare l’intero sistema dei contratti pubblici e ciclo di vita dell’appalto. Un processo che richiede una trasformazione non solo della parte professionale e industriale, ma anche delle stazioni appaltanti. Infatti, oggi l’industria delle costruzioni può utilizzare le soluzioni digitali nate dall’evoluzione del BIM.

Il testo prevede una digitalizzazione integrale in materia di accesso agli atti, in linea con lo svolgimento in modalità digitale delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici, oltre alla gestione, progettazione e contabilizzazione dei servizi e delle opere. L’obiettivo è consentire a tutti i cittadini la possibilità di richiedere la documentazione di gara, nei limiti consentiti dall’ordinamento vigente.

Si tratta di un’occasione di trasformazione positiva e di un obiettivo in linea con la sempre più necessaria digitalizzazione del settore edile che, come spesso è accaduto in passato, ha manifestato ingiustificati ritardi. Appare inoltre evidente l’obiettivo di confermare e ampliare quanto già previsto nella precedente normativa riguardante il BIM (D.M. 560/2017 e D.M. 312/2021) che ha posto l’Italia all’avanguardia.

Per quanto concerne all’interoperabilità, citata in più punti del nuovo testo e derivante dalla normativa europea, è importante porre attenzione sull’obbligo di utilizzo di “piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari”, vista la non piena maturità dei formati aperti disponibili.

A questo scopo, risulta fondamentale affidarsi a società di ingegneria dotate di competenze interne specifiche in ambito BIM

Incide Engineering, società di ingegneria multidisciplinare e internazionale, da anni accompagna i suoi clienti nella realizzazione di progetti complessi traendo massimo beneficio dagli importanti vantaggi del BIM. I Lavori Pubblici, inoltre, sono spesso sostenuti dalle opportunità del PNRR, che offre nuove semplificazioni per facilitare la sua attuazione e sfruttare al meglio le risorse, con uno sguardo positivo agli strumenti digitali e interoperabili. In Incide Engineering portiamo avanti abitualmente il principio dell’interoperabilità. Il futuro del BIM, a cui stiamo già assistendo, lo rende sempre di più software di comunicazione e collaborazione tra le professionalità coinvolte nell’appalto, ma anche tra i sistemi, i processi e le altre tecnologie.

Ad oggi, quindi, abbiamo tantissimi strumenti a nostra disposizione: occorre attuare la capacità di utilizzarli nella maniera più efficiente possibile, realizzando l’interazione con tutta la filiera delle costruzioni.