Lavori Pubblici: le opportunità del PNRR per la ripresa dell’economia

pnrr e lavori pubblici

Il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rappresenta una rilevante occasione di sviluppo, investimenti e riforme che riguardano diversi ambiti bisognosi di miglioramento e innovazione, per favorire la crescita del Paese. I Lavori Pubblici e tutte le professionalità protagoniste del settore hanno un ruolo centrale nella realizzazione degli obiettivi del Piano, che offre nuove opportunità e semplificazioni al fine di facilitare la sua attuazione e sfruttare al meglio le risorse, con uno sguardo particolarmente positivo nei confronti degli strumenti digitali e interoperabili.

Cos’è il PNRR e qual è il suo scopo?

Il PNRR ha l’obiettivo di riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo, rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.

Il Piano si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica, a cui si unisce la risoluzione delle debolezze strutturali dell’economia italiana, per accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale.

L’azione di rilancio del Piano è guidata dagli obiettivi di policy e interventi condivisi a livello europeo e si articola in 16 Componenti, raggruppate in 6 Missioni:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile
  4. Istruzione e ricerca
  5. Inclusione e coesione
  6. Salute

Per il settore che si occupa di edilizia, costruzioni, ingegneria e architettura, alcune Missioni si collocano in un più vasto disegno di riqualificazione del Paese ed evidenziano il ruolo trainante di questo settore all’interno del PNRR: vediamole dunque nel dettaglio.

Le opportunità per i Lavori Pubblici

Nella seconda Missione si nota che gli edifici italiani rappresentano più di un terzo dei consumi energetici del Paese e per questo la riqualificazione energetica del parco immobiliare pubblico e privato rappresenta una delle leve più rilevanti ed efficienti per la riduzione delle emissioni. La transizione è assolutamente necessaria per raggiungere gli obiettivi di lungo periodo, viste le rapide conseguenze del cambiamento climatico.

In particolare, il componente “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” prevede investimenti per più di Euro 11 miliardi e si articola in tre linee progettuali d’investimento:

  •       Efficientamento edifici pubblici, che prevede il Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica, l’efficientamento degli edifici giudiziari e la semplificazione e accelerazione delle procedure per la realizzazione di interventi per l’efficientamento energetico;
  •       Efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale privata e pubblica – accompagnato dall’Ecobonus e Sismabonus fino al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici;
  •       Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento.

Anche la quinta Missione riconosce il ruolo centrale del settore edile e porta l’attenzione sugli interventi di rigenerazione urbana e sul recupero del degrado sociale e ambientale, attraverso, in particolare, la realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica e la rifunzionalizzazione di aree e strutture edilizie pubbliche esistenti. Gli obiettivi principali sono il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici e la trasformazione di territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile.

Gli operatori di tutto il settore edile saranno quindi non solo protagonisti nella missione di rinnovo del nostro patrimonio immobiliare e nella transazione ecologica, ma anche nelle azioni volte al miglioramento del tessuto urbano e sociale del paese.

Per riuscire ad attuare queste iniziative, risulta imprescindibile la rimozione degli ostacoli burocratici e l’introduzione di misure che semplifichino le procedure.  

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Come sfruttare al meglio le risorse? Le semplificazioni per i Lavori Pubblici

Il Piano prevede anche un ambizioso programma di riforme, per facilitare la sua attuazione e contribuire alla modernizzazione del Paese e all’attrazione degli investimenti nei tempi dati, ovvero 5 anni.

In questo caso viene in aiuto la seconda sezione del Piano, che si prefigge di migliorare attraverso appositi interventi la capacità tecnica e gestionale della Pubblica Amministrazione e si pone come obiettivo la semplificazione documentale e la digitalizzazione delle procedure amministrative per edilizia e attività produttive.

In particolare, si notano delle importanti semplificazioni e, di conseguenza, opportunità di sviluppo per il settore edile:

  •       “Semplificazione in materia di contratti pubblici” per la quale s’introduce in via di urgenza “una normativa speciale sui contratti pubblici che rafforzi le semplificazioni già varate, come quelle che prevedono un termine massimo per l’aggiudicazione dei contratti;
  •       “Semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di interventi per la rigenerazione urbana” dove si riconosce che l’attuazione del Superbonus ha incontrato molti ostacoli connessi alla necessità di attestare la conformità edilizia, citando “attese fino a 6 mesi per l’accesso agli archivi edilizi”.

Come specificato in precedenza, il PNRR prevede, al di là dei grandi investimenti infrastrutturali, migliaia di opere pubbliche di medie o piccole dimensioni, le cosiddette “sotto soglia”, rappresentate prevalentemente da interventi in edilizia scolastica e socio sanitaria e da lavori di riqualificazione territoriale ed ambientale.

Diventa, quindi, fondamentale la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e il rilancio dell’attività edilizia. Tale semplificazione deve avere a oggetto non solo la fase di affidamento ma anche quelle di pianificazione, programmazione e progettazione. Per l’affidamento di lavori pubblici, infatti, è prevista un’interessante novità: l’ammissibilità dell’affidamento di progettazione ed esecuzione dei relativi lavori anche sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Per venire incontro a queste esigenze e accelerare gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Mims ha pubblicato le Linee guida per il Progetto di fattibilità tecnica ed economica, che definiscono i contenuti essenziali dei documenti e degli elaborati che devono essere allegati al Pfte e sono guidate da questi principi generali:

  •       semplificazione delle procedure per la realizzazione di investimenti in tecnologie verdi e digitali, nonché innovazione e ricerca, anche al fine di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di incrementare il grado di ecosostenibilità degli investimenti pubblici e delle attività economiche;
  •       previsione di misure volte a garantire il rispetto dei criteri di responsabilità energetica e ambientale nell’affidamento di appalti pubblici e dei contratti di concessione
  •       previsione dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;
  •       previsione di misure per favorire l’inclusione delle microimprese, piccole e medie imprese nella fase di realizzazione dell’opera;
  •       introduzione della digitalizzazione inerente ai processi relativi agli investimenti pubblici previsti dal PNRR in funzione della riforma e della riconfigurazione delle stazioni appaltanti.

Il tema della digitalizzazione, evidenziata nell’ultimo punto, è sempre più centrale per cogliere al meglio le opportunità offerte dal Piano, infatti i contratti PNRR daranno ora un’ulteriore spinta all’utilizzo della metodologia BIM nel nostro Paese.

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Il ruolo premiante del BIM negli appalti

“Il BIM ha un ruolo chiave all’interno del PNRR, per snellire le procedure di appalti e opere”, riferisce Alessia Rotta, Presidente della VIII Commissione della Camera dei Deputati (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici).

Effettivamente, la Digitalizzazione e l’Innovazione fanno parte dei tre assi strategici previsti dal Piano, condivisi a livello europeo, e per favorire questi processi è previsto l’utilizzo di ambienti cloud, strumenti interoperabili, tecnologie BIM che accelerino e snelliscano le procedure pubbliche.

Inoltre, occorre notare che le stazioni appaltanti possono introdurre, nell’ambito dei criteri di aggiudicazione dell’offerta, punteggi premiali per l’uso di metodi e strumenti elettronici specifici, per questo la metodologia BIM è soggetta a punteggi premiali.

Il PNRR potrà dare la giusta scossa all’utilizzo del BIM in Italia. Infatti in tutto il mondo la richiesta di opere edili o infrastrutture è strettamente connessa ai termini di velocità di realizzazione ed efficienza dei lavori di progettazione, ove il PNRR sarà uno dei motori nazionali nei prossimi 5 anni.

Il BIM potrà aiutare l’attuazione di un piano di rivisitazione di infrastrutture e opere edili pubbliche e, viceversa, si potrà diffondere l’uso del BIM in modo più consapevole e proficuo.

 

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