L’interoperabilità nell’era della digital transformation

interoperabilità bim ingegneria

L’avvento della progettazione assistita da calcolatore ha origini negli anni Ottanta con l’avvento dei primi PC. In questi 40 anni, la trasformazione digitale delle professioni è stata sempre più verticale e oggi non si parla di modelli 3D, ma di Modelli Informativi dai quali estrarre e gestire innumerevoli dati relativi al processo AEC.

Spinta dalla necessità di migliorare l’efficienza, ridurre i costi e aumentare la sostenibilità dei progetti, l’industria delle costruzioni sta vivendo una rivoluzione digitale. La digital transformation nel settore AEC da un lato offre numerosi vantaggi in termini di dati accessibili e di software disponibili, ma dall’altro evidenzia anche ostacoli che riguardano il loro dialogo e compatibilità in ambito operativo: in una parola, l’“interoperabilità”.

In questo contesto, INCIDE Enigineering ha da tempo avviato collaborazioni con Università e ha avviato una propria area R&D (Ricerca e Sviluppo) attraverso le quali migliorare i propri processi di progettazione assistita da BIM e sviluppare applicativi dedicati a tutta la filiera delle costruzioni.

Entriamo nel vivo per comprendere gli ostacoli dell’interoperabilità limitata e le soluzioni concrete per svilupparla e godere dei suoi vantaggi nell’ambito del design civile e industriale.

 

Le problematiche dell’interoperabilità limitata

Per rispondere alle esigenze delle diverse discipline, il mercato offre molti software, sia in BIM che non, per sviluppare i progetti. Tuttavia, uno dei principali ostacoli che i progettisti affrontano è la limitata interoperabilità tra i diversi tool utilizzati, poiché non sempre è possibile avere a disposizione un applicativo che consenta il dialogo tra loro. In particolare, dal momento che non tutti i software integrano il VPL, occorre trovare un modo per esportare quanto prodotto con essi verso altri software.

Ogni disciplina coinvolta nel progetto può utilizzare strumenti differenti, e la mancata comunicazione tra questi software può generare queste problematiche:

  • perdita di informazioni durante il trasferimento dei dati;
  • ritardi nella gestione delle modifiche;
  • difficoltà nel controllo del materiale prodotto.

Le conseguenze di questi ostacoli si riflettono in un utilizzo non ottimale delle risorse e nell’aumento dei costi di progetto. Come agire, dunque, per trarre solo il meglio della digital trasformation?

 

Come sviluppare l’interoperabilità: la soluzione di INCIDE Engineering

Per superare queste sfide, INCIDE ha integrato nel proprio workflow il tool Speckle, una piattaforma open-source progettata per la condivisione e collaborazione dei dati nei progetti di design e costruzione. L’adozione di questo strumento offre numerosi vantaggi, tra cui:

  • la possibilità di caricare e scaricare direttamente nella piattaforma gli elementi dal software utilizzato, gratuitamente;
  • l’integrazione tra software, poiché tool come Speckle permettono di connettere programmi come Revit, Rhino e AutoCAD, facilitando lo scambio di dati tra di loro;
  • la collaborazione in tempo reale tra i team che possono lavorare simultaneamente sugli stessi modelli, garantendo una sincronizzazione immediata delle modifiche;
  • dati aperti e trasparenti: è possibile gestire e condividere modelli, geometrie e informazioni in modo semplice, garantendo una maggiore trasparenza nei processi di progettazione.

Vediamo questa metodologia in azione grazie a un esempio pratico.

 

 

Gestione delle geometrie complesse: un caso di studio

Un esempio pratico dell’uso di Speckle è il progetto sviluppato da INCIDE di una complessa struttura di copertura con travi principali curve in legno, con travi secondarie e controventi in linea con il profilo di quelle principali.

La modellazione tradizionale presentava diverse difficoltà, come il posizionamento manuale delle travi secondarie in Revit, per l’impossibilità dell’adeguata gestione delle intersezioni degli assi con quello delle travi principali; oltre a questo, anche l’impossibilità di impostare una serie di travi soggette ad aggiornamento degli elementi al variare dei parametri.

Ecco che, attraverso l’utilizzo di Speckle, è stato possibile importare nel modello Revit le geometrie degli elementi secondari modellati con precisione sulla base di regole tramite Grasshopper.

In particolare, le informazioni sulle travi principali modellate in Revit sono state caricate su Speckle, utilizzato per trasferire le geometrie principali del modello da Revit a Rhinoceros. Quest’ultimo, dopo aver importato la geometria da Speckle, sfruttandola come input, genera gli elementi secondari con l’aiuto di Grasshopper. Infine, i dati aggiornati sono stati ricaricati su Speckle, permettendo a Revit di leggerli e integrarli nuovamente nel modello finale.

Attraverso l’integrazione con Rhino e Grasshopper, è stato quindi possibile:

  • importare le geometrie delle travi principali su Rhino;
  • modellare gli elementi secondari con precisione utilizzando script di Grasshopper;
  • esportare le geometrie finali su Revit tramite Speckle.

Questa metodologia ha semplificato notevolmente il processo, migliorando l’efficienza e riducendo il margine di errore.

 

Analisi e gestione intelligente dei modelli con Power BI

INCIDE Engineering ha inoltre integrato Microsoft Power BI con Revit tramite Speckle. Si tratta di uno strumento di analisi dei dati che crea dashboard interattive e report visivi. Nell’ambito della gestione dei progetti, l’interazione tra questi tool consente una gestione intelligente dei modelli BIM, perché permette di:

  • creare dashboard personalizzate che combinano i dati di progetto con altre fonti di dati aziendali;
  • fornire visualizzazioni intuitive dei dati BIM per una migliore analisi e comprensione;
  • centralizzare i dati provenienti da diversi progetti Revit, migliorando la gestione complessiva e la visione d’insieme;
  • automatizzare i processi di estrazione, trasformazione e caricamento dei dati, riducendo il lavoro manuale e gli errori.

Tutto questo contribuisce a migliorare l’efficienza operativa attraverso l’analisi dei dati di progetto, per identificare e risolvere tempestivamente eventuali inefficienze.

La collaborazione diviene più efficace con l’interoperabilità

Come è emerso da questo metodo di lavoro e dagli esempi pratici illustrati, la digitalizzazione dei processi di progettazione è fondamentale per affrontare le sfide moderne del settore.

INCIDE Engineering, con l’adozione di strumenti innovativi come Speckle e Power BI, utilizza soluzioni efficaci per migliorare l’interoperabilità, ridurre i costi e ottimizzare la gestione dei progetti. Queste tecnologie non solo accelerano i tempi di esecuzione, ma garantiscono anche una maggiore precisione e trasparenza, consentendo una collaborazione efficace tra team e discipline diverse.