Case Study – Grand Theatre de Rabat

Il progetto che segna per il Marocco la rinascita e la propensione verso il futuro


 

La necessità dell’opera

La concezione di un’opera spesso nasce dalla visione e dalla volontà di una sola persona. Il Gran Teatro di Rabat è stato fortemente voluto dal re Mohammed V, che intendeva creare un punto di aggregazione e di sviluppo artistico e culturale per il Marocco.

Non solo: l’intento era dare un forte segno di rinascita e propensione verso il futuro scegliendo un progetto concepito da una donna. Da qui, l’invito diretto da parte del re all’architetta Zaha Hadid a progettare quest’opera dall’importante carico  simbolico.

Anche la location non è casuale: inizialmente era stata identificata Casablanca, centro economico del Marocco, ma poi la scelta definitiva è ricaduta su Rabat, la capitale,  sulle sponde del fiume Bouregreg, con lo scopo di trasformare definitivamente e profondamente lo skyline del lungomare. La location era zona paludosa e non adatta apparentemente ad una costruzione massiva ed imponente come il teatro, ma ancora una volta la scelta ha enfatizzato il significato dell’opera, questa volta da un punto di vista tecnico, come simbolo di realizzazione di un’opera architettonica ed ingegneristica dall’alto valore internazionale.

Il teatro, primo progetto della Hadid in Africa, è uno degli ultimi e più duraturi lasciti della vincitrice del Pritzker Architecture Prize.

La geometria originale e sinuosa e la luce sono gli aspetti caratterizzanti  che rappresentano di fatto un allontanamento dallo stereotipo del teatro buio e squadrato. Con una superficie dedicata di 47.000 mq e una superficie utile lorda di 27.000 mq, il teatro sarà uno spazio culturale di alto profilo dotato di 2.050 posti a sedere. Sono altresì previsti: un secondo teatro più piccolo da 520 posti, studi creativi e un anfiteatro attrezzato all’aperto in grado di accogliere fino a 7.000 persone. Il costo del progetto è stimato attorno ai 120 milioni di euro.

I lavori sono iniziati nel 2014 ma la progettazione è iniziata ben prima e ha coinvolto un team di diversi consulenti di livello internazionale (tra i quali Arup USA Inc, AKT 2 Limited e NewTechinc LTD) al fine di finalizzare un dossier di gara che fornisse le indicazioni tecniche necessarie per rendere eseguibile quest’opera decisamente complessa.

Il contributo di Incide Engineering

Incide Engineering è stata incaricata da Jet Contractors, impresa aggiudicataria della realizzazione del lotto rivestimenti interni ed esterni, della supervisione degli studi esecutivi per quanto riguarda la parte di rivestimenti esterni dell’intero edificio.

Zaha Hadid è celebre per i suoi progetti innovativi, spesso difficili da realizzare: il Gran Teatro è stato progettato seguendo questa linea. A causa della forma insolita dell’edificio e delle diverse esigenze di progettazione, la modellazione 3D è stata essenziale. Questo approccio è stato fin da subito sposato  dall’architetto locale, Omar Alaoui Architectes, che ha riconosciuto nella complessa geometria del design ZHA la necessità di un coordinamento in 3D.

Gli studi esecutivi, completamente affrontati in tecnologia BIM, hanno permesso un approccio puntuale e preciso per la definizione di molte problematiche e scambi di informazioni efficaci tra l’impresa e ZHA.

Per quanto riguarda gli studi delle facciate opache, la progettazione ha dovuto dare le informazioni (geometriche e di calcolo) di ognuno dei 5000 pannelli in GRC componenti il rivestimento della struttura all’impresa esecutrice (Fibrex con sede a Dubai). Ogni pannello era diverso dall’altro, e solamente mediante l’interoperabilità tra i vari software Revit-Rhino-Grasshopper si è riusciti a dare i dati in termini di spessori, rinforzi, predisposizioni tecniche e le geometrie dei casseri piani e curvi (fatti appositamente per ogni pannello) necessari alla produzione e realizzazione di tutti i pannelli. Un processo ugualmente complicato è stato quello dell’installazione di tutti i supporti necessari per l’alloggiamento dei pannelli sulla struttura principale dell’edificio: in questo caso il posizionamento è stato possibile tramite l’estrazione delle coordinate dei punti teorici dal modello 3D e la relativa trasposizione nella realtà dall’equipe di topografi di cantiere.

Per quanto riguarda gli studi delle facciate vetrate, la progettazione ha dovuto prima affrontare la concezione del sistema facciata il più adatto alla geometria originale, poi ha dovuto fornire ai produttori delle lastre vetrate le informazioni, in particolare  delle lastre molto complesse con curvatura nelle due direzioni e geometria a parallelogramma.

Per quanto riguarda l’installazione della struttura di facciata nella struttura principale già realizzata, è stato eseguito un rilievo 3D con laser-scanner e le  informazioni ai topografi di cantiere sono state ricavate direttamente dai modelli Revit correttamente geo-referenziati.

Una complessa progettazione quindi, ma che grazie all’utilizzo delle più recenti tecnologie e di un’equipe di studio e di cantiere affiatata, è stata resa possibile per ottenere un risultato unico nel suo genere e rispondente alle elevate aspettative che tutto il Marocco ripone in quest’opera

A cura di Simone Noro