Case study: La Défense Arena, Parigi

Il progetto dell’Arena coperta più grande d’Europa


La Paris Défense Arena è una delle opere più importanti costruite a Parigi negli ultimi anni, un’opera che ha inciso profondamente sullo Skyline de la Défense e che porta con sé una storia complicata, che risiede nella complessità ingegneristica e nelle vicissitudini temporali.

L’intreccio tra un grande investimento economico  e…

La concezione de la Défense Arena trova le sue origini nell’idea finanziaria di Jacky Lorenzetti, il presidente del Racing Metro 92 club, storica squadra di rugby parigina tra le più ricche d’Europa.

L’idea di base era costruire la sede delle partite casalinghe del Racing Metro 92 che incarnasse l’occasione di introiti economici provenienti da attività e servizi non necessariamente legati all’evento rugbistico, ma puntando su un carattere di polifunzionalità dell’opera molto deciso, con un occhio attento alla tecnologia.

Nel corso di una stagione sportiva, infatti, il Racing Metro disputa non più di una ventina di partite casalinghe, fra campionato e coppe, e lo stesso vale per le altre squadre di rugby francesi. Anche lo Stade Francais, l’altro principale club di Parigi, nel 2013 ha completamente ristrutturato il suo stadio e lo ha reso polifunzionale, perché uno stadio dedicato esclusivamente al rugby (nonostante in Francia sia uno degli sport più seguiti)  non potrebbe mai ripagare completamente gli investimenti fatti per la ristrutturazione, tantomeno quelli per una nuova costruzione. In questo senso, la nuova Paris la Défense Arena si spinge oltre: doveva infatti diventare la sede dei più importanti eventi culturali in città, dai concerti alle sfilate di moda, per cominciare. È certo il suo utilizzo alle Olimpiadi di Parigi del 2024 ma l’Arena è stata pensata anche per eventi motociclistici, partite di basket, pallavolo, calcio e per l’organizzazione di celebri eventi, che secondo le stime iniziali dovrebbero essere non meno di una novantina all’anno.

Il piano economico di investimento era stato quindi deciso e i concetti fondamentali fissati sulla base di importanti aspettative: il budget di spesa pari a circa 350 milioni di euro era destinato alla costruzione di un’Arena di carattere polifunzionale completamente coperta, la cui capienza può variare dai 20.000 ai 40.000 posti, disponibili per concerti e altri eventi. La presenza di una sola curva nasceva dalla necessità di lasciare libero uno dei due lati corti per poter ospitare una costruzione esterna destinata ad una palazzina uffici – sede de “le conseil départemental des Hauts-de Seine” – e all’area accoglienza. Tra gli aspetti innovativi fulcro dell’originalità dell’opera ci doveva essere la tecnologia, concepita al massimo di quello che il mercato poteva offrire. Tra tutti spicca il ricorso alla società canadese Moment Factory,  specializzata nella predisposizione di scenografie, che è stata incaricata di curare l’acustica, la disposizione delle luci e delle proiezioni all’interno dell’Arena.

Con tutte queste premesse da rispettare la location non poteva essere casuale: la sede de la Paris la Défense Arena è stata scelta a Nanterre, posta alla fine della linea retta immaginaria che inizia dall’Arc de Triomphe e che congiunge les Champs-Elysées, il Grand Boulevard de la Défense e le Grand Arche de la Défense.

…la complessità realizzativa dell’opera ingegneristica

Carico di queste premesse e obiettivi, il processo di progettazione e lavori di costruzione della nuova Arena è iniziato nel 2011. La proprietà ha affidato il progetto architettonico al Cabinet Christian de Portzamparc, uno dei più famosi studi di architettura di Parigi e la costruzione è stata affidata a GTM Bâtiment, società del gruppo Vinci Construction.

Sfortunatamente fin da subito il progetto ha trovato degli ostacoli imprevisti che ne hanno ritardato la finalizzazione. I primi problemi sono sorti per questioni legate all’impatto ambientale nella zona in cui sorge la costruzione, La Défense, il distretto finanziario di Parigi. E più specificatamente il comune di Nanterre ha richiesto le modifiche al progetto in seguito alle previsioni di una affluenza annuale superiore ai 1.4 milioni di visitatori. La copertura, che nel progetto iniziale era mobile, è divenuta fissa nel progetto finale per questioni legate all’inquinamento acustico, fattore che ha richiesto anche altri accorgimenti in tutta la struttura. È stata inoltre notevolmente potenziata la viabilità della zona circostante, che è comunque una delle meglio collegate della città.

Agli imprevisti iniziali al progetto ne sono sopraggiunti altri  durante la realizzazione dell’opera, principalmente economici, fino a problemi di natura tecnica estremamente di dettaglio (legati alle difficoltà realizzative di saldature su profili di tipo HD, caratterizzati da spessori importanti e conseguente non omogeneità delle caratteristiche fisico-chimiche all’interno dello stesso profilo di acciaio) che hanno comportato varie sospensioni dei lavori e rifacimenti in parte di opere già realizzate in cantiere.

Nel momento di maggiore difficoltà e quando sembrava che gli eventi fossero nettamente contrari al proseguimento dei lavori, il General Contractors (GTM) ha preso delle decisioni non facili ma che hanno permesso la conclusione delle opere.

Le prime decisioni drastiche hanno coinvolto il cambiamento di alcuni vertici dirigenziali. Altre decisioni invece hanno coinvolto il cantiere, come per esempio lo smontaggio di una gru cingolata di dimensioni importantissime (una gru cingolata Demag CC6800, di portata massima 1250 ton con main boom di 48m e con il secondary boom di 48m) e la sostituzione con la gru cingolata più grande d’Europa (Liebherr LR11350, di portata massima 1350 ton con main boom di 54m e con il secondary boom di 48m), fino ad arrivare alla decisione di assumersi direttamente l’onere della gestione operativa in cantiere, della direzione lavori e gestione sul sito delle operazioni di fornitura e montaggio, inaugurando così un nuovo tipo di gestione dei progetti e dei cantieri per Vinci Construction stessa.

Finalmente, con 3 anni di ritardo rispetto al planning iniziale, i giorni 19-22 e 25 Ottobre 2017 la Paris la Défense Arena è stata inaugurata con i tre concerti conclusivi del tour mondiale dei Rolling Stones.

Il contributo di Incide Engineering

Incide Engineering è stata coinvolta nell’intera e complessa vicissitudine dell’Arena in quanto incaricata dal primo sub-appaltatore delle opere di carpenteria  per redigere il progetto di montaggio, fino poi a ricevere l’incarico diretto da GTM bâtiment per la progettazione in cantiere dell’intero montaggio dell’opera (adattando il progetto stesso alle necessità del cantiere), spesso anche con funzioni di supporto alle attività decisionali della dirigenza (con consulenze organizzative di cantiere), fino alla redazione dei piani di sicurezza per le fasi di montaggio e la redazione dei dossier costruttivi di tutte le opere provvisionali necessarie alle varie fasi di sollevamento.

A tal fine, Incide Engineering per una durata di circa 3 anni ha visto l’impiego di parte del personale con un distaccamento diretto della sede in cantiere.

In un contesto quindi molto complesso, in continua evoluzione e di stress imposti da tutti gli stakeholders, Incide Engineering ha operato per molto tempo e in maniera diretta con i maggiori players del settore della carpenteria e dei montaggi. In questa realtà dislocata, vivendo giorno per giorno le difficoltà, assecondando le richieste del Cliente e trovando le soluzioni che potessero trovare il giusto compromesso con le richieste delle imprese coinvolte, i sollevamenti di tutte le porzioni di copertura sono stati resi possibili, nel rispetto della sicurezza del cantiere e più in generale delle norme internazionali del settore.

Tra i molti sollevamenti eseguiti si ricordano:

  • i sollevamenti di porzioni di copertura pre-assemblate a terra, completi di importanti macchinari necessari al trattamento aria e della relativa copertura, del peso 400ton e con sbraccio massimo di 40m portati ad un’altezza di 38m per il superamento di vari elementi già posti in opera. Per tali sollevamenti, oltre a un sistema di bilancini a più piani studiato ad hoc è stato studiato l’utilizzo di pistoni idraulici per la regolazione/verifica dei tiri nei punti di sollevamento (necessari per un sistema iperstatico);
  • il sollevamento di travi reticolari spaziali di lunghezza pari a 70m, di altezza pari a circa 13m ma con i due piani principali posti ad una distanza di appena 2m, geometria per la quale durante il sollevamento si potevano presentare forti problematiche di instabilità flessionale e torsionale, motivo per cui è stato adottato un sistema ad hoc composto da pulegge e pistoni idraulici.

Una complessa progettazione, ricca di interazioni con altri grandi realtà europee che però ha portato alla realizzazione della più grande Arena coperta d’Europa.