Intervista ad Andrea Zuolo, Project Manager

andrea zuolo incide engineering

Dall’evoluzione professionale agli elementi vincenti per la gestione del team di lavoro: Andrea Zuolo, Project Manager e Senior Civil Engineer nel reparto Structures di Incide Engineering, si racconta in un’intervista. «L’Incide factor? Senza dubbio, il gruppo: credo che siamo tutti parte di qualcosa di grande.»

Guarda l’intervista ad Andrea e scopri il suo percorso!

 

 

Qual è il tuo background professionale?

«Nasco come progettista, ormai tredici anni fa, crescendo professionalmente ed evolvendo all’interno di Incide. Le responsabilità sono poi cresciute fino ad arrivare al mio attuale ruolo».

 

Di che cosa ti occupi in Incide?

«In Incide sono Coordinatore di Commessa, gestisco quindi tutte le professionalità coinvolte nei progetti distribuendo le discipline e controllando il flusso della commessa dall’inizio alla fine, ma senza cessare di essere anche progettista».

 

Quali sfide hai attraversato nella tua carriera?

«La mia crescita professionale è stata costellata di sfide, e credo che ogni scelta in ambito lavorativo sia una sfida. Sicuramente, ci sono stati dei progetti che hanno dato una svolta alla mia carriera e che hanno rappresentato senza dubbio una sfida stimolante per me, a livello di responsabilità. I primi progetti seguiti in Francia ne sono un esempio: La Cité Musicale, per citarne uno, è stata una sfida per molti di noi del Team e ci ha permesso di imparare tanto, oltre che di raggiungere un traguardo rilevante».

 

Ti va di raccontarci il tuo cambio di percorso e il ritorno in Incide?

«Ci sono momenti in cui ognuno fa un bilancio, personale e professionale, del proprio percorso. 

Per me quel momento è avvenuto durante la pandemia, un periodo che ha coinvolto nel suo vortice molti ambiti della vita. Così, a seguito di una buona proposta, ho deciso di compiere un cambiamento di lavoro e di ruolo.

Dopo circa un anno, ho capito che mi sarebbe piaciuto ritornare al mio percorso, al mio ruolo originario e, soprattutto, in una realtà in cui le persone credono in ciò che fanno, con ambizione e passione: sono tornato in Incide ed è stato bello riabbracciare questo progetto».

 

C’è stato un progetto particolarmente importante per te?

«Il bello di questo lavoro è che ogni progetto comincia come un insieme nebuloso di informazioni che devono essere organizzate, delineando ciò che è richiesto dal cliente, poi però c’è un punto di svolta: dopo l’ordine il progetto prende una strada, si inizia a scorgere la sua direzione e il suo compimento. Il progetto di Parigi, La Seine Musicale, è partito infatti come una cosa complessa e confusa, poi la grande bravura di tutti ha sciolto ogni ostacolo, portando a casa un meraviglioso risultato».

 

Qual è il tuo elemento vincente nel lavoro?

«Sicuramente, la capacità di gestione e l’empatia: quest’ultimo secondo me è un elemento decisivo, perché quando si crea un legame si lavora meglio e bene».

 

Qual è l’Incide factor, secondo te?

«L’Incide factor per me è, senza dubbio, il gruppo. Mi viene in mente un libro intitolato “Nessun uomo è un’isola”: ecco, credo che siamo tutti parte di qualcosa di grande, che ognuno abbia qualcosa da dare facendolo al meglio per poi unire tutto.

Credo molto nelle persone, e nel mio lavoro in particolare è importante che ciascuno creda in ciò che faccio come responsabile di commessa e, soprattutto, in ciò che fa: a quel punto diventa tutto più semplice e si raggiungono risultati importanti insieme!».

 

La valorizzazione dei talenti e lo sviluppo di nuove competenze sono tra i valori e gli obiettivi continui che Incide porta avanti. Tutta l’attività di strutturazione dei processi aziendali relativi alla gestione delle risorse umane è svolta al fine del miglioramento delle relazioni tra persone, della performance e della soddisfazione lavorativa, come mostra il piano di evoluzione organizzativa.